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L’articolo esamina le «parole della legge», analizzando il significato dei termini legittimità e legalità. Si dice che un fatto è legittimo se è legale, cioè conforme a una norma giuridica; tuttavia non è sufficiente il riferimento a un «testo» legale, ma bisogna tener conto anche del «contesto», cioè dei valori condivisi dalla coscienza comune, che valuta, in una determinata situazione storica, se un ordine sia o no giusto e vincolante. Si accenna agli esempi dei figli un tempo giudicati illegittimi, ai Governi rivoluzionari e alle aberranti «leggi razziali». Pertanto il diritto non si risolve in una teoria della legalità, ma anche della giustizia. L’esperienza giuridica allora sgorga non solo dal testo legale, ma da un contesto più ampio, che termina in ultima analisi nella coscienza del singolo. L’Autore insegna Filosofia del diritto alla Pontificia Università Gregoriana (Roma).