Il 2 novembre 1963 Karl Rahner, teologo gesuita che partecipò al Concilio Vaticano II come consigliere dell’arcivescovo di Vienna e come perito ufficiale, scrisse una lettera a suo fratello Hugo, anch’egli gesuita e insigne teologo, in cui raccontava la sua esperienza del Concilio. Lo scritto è anche un documento di storia contemporanea, che qui viene esaminato. L’articolo descrive il contesto personale e di storia della Chiesa in cui tale scritto s’inserisce. Esso anticipa un tema — «la scoperta collettiva della verità» — che sarà poi trattato più ampiamente da Rahner in un suo saggio. Egli afferma espressamente che la sua presa di posizione a favore di una verità trovata nel dialogo non significa accettare acriticamente un’opinione che appartiene di fatto a una maggioranza. Sulla via che conduce al consenso si collocano invece vari criteri di verità. Rahner può così parlare dei dibattiti del Concilio come di un procedimento collettivo verso la verità.