Il 14 febbraio 2024, l’Indonesia, il Paese musulmano più popoloso del mondo e la più grande democrazia musulmana, ha avuto le sue quinte elezioni presidenziali e legislative da quando, alla fine degli anni Novanta, ha abbandonato l’autoritarismo.
Le elezioni presidenziali hanno coinvolto tre coppie di candidati. La prima era composta da Anies Baswedan, ex governatore della capitale Giacarta, e Muhaimin Iskandar, leader del Partito islamico del Risveglio nazionale. La seconda vedeva affiancati Prabowo Subianto, ex generale dell’esercito, e Gibran Rakabuming Raka, sindaco di Solo e figlio del presidente in carica Joko Widodo. La terza era composta da Ganjar Pranowo, ex governatore di Giava Centrale, e Mahfud MD, ex ministro coordinatore per la Politica, gli Affari legali e la Sicurezza.
I risultati ufficiali annunciati il 20 marzo 2024 danno la vittoria a Prabowo Subianto con il 58,6 per cento dei voti. Anies è arrivato secondo con il 24,9 per cento, lasciando Ganjar al terzo posto con il 16,5 per cento.
Prabowo, come lo chiamano gli indonesiani, si era già candidato due volte alla presidenza, nelle elezioni del 2014 e del 2019. In entrambe le occasioni ha perso contro Joko Widodo (noto anche come Jokowi). Al terzo tentativo vincente si è proposto candidando insieme a sé, per la vicepresidenza, il figlio di Jokowi. È quindi destinato a diventare, nell’ottobre 2024, l’ottavo presidente del Paese.
I risultati delle elezioni legislative indicano il perdurare degli schemi tradizionali. Ne sono usciti vincitori i partiti nazionalisti, tra cui il Partito democratico indonesiano di lotta (Pdip), il Partito dei gruppi funzionali (Golkar) e il Partito del movimento della grande Indonesia (Gerindra). A questi in parlamento si aggiungono altri due partiti nazionalisti e tre partiti islamici. Nel complesso, tuttavia, i partiti di carattere nazionalista hanno prevalso su quelli islamici, dal momento che questi ultimi hanno ottenuto non più del 30 per cento dei voti.
Questi risultati suggeriscono che l’Indonesia sia destinata a continuare la sua storia interreligiosa, dove prevale il pluralismo religioso. D’altra parte, sussistono interrogativi concreti sul futuro della sua democrazia[1].
Sviluppo o valori democratici?
Gran parte del dibattito, durante la campagna elettorale, si è concentrato sull’impatto delle manovre del presidente Jokowi sul futuro democratico dell’Indonesia. Quando giunse per la prima volta sulla scena politica, egli fu acclamato come un volto nuovo. Titolare di una fabbrica di mobili, aveva iniziato la sua carriera politica come sindaco di Solo. Pur non provenendo da una delle famiglie politiche affermate nel Paese, si conquistò in
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