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In questo scritto si vuole dare rilievo a una realtà che, in Italia, conclamata a parole, è disattesa nei fatti. Il dialogo tra scienza sperimentale e teologia, che in qualche modo fiorisce nell’area culturale anglofona, è quasi inesistente nel nostro Paese. La responsabilità ricade sugli epigoni del residuo positivismo e sui discepoli dell’Illuminismo. Gli uni e gli altri negano alla teologia la parità epistemologica con la scienza sperimentale e, sottraendosi al dialogo, si attardano su vecchie argomentazioni polemiche. Si perde così un’occasione di incontro e di dibattito che potrebbe rivelarsi feconda sia per la scienza sia per la teologia.