
L’impegno contro la tratta di persone è una delle responsabilità sociali globali più importanti e urgenti del nostro tempo. Per far fronte allo sfruttamento e alla violenza, da cui la tratta dipende e che promuove, occorre esaminare, tra i vari aspetti, l’ambito del lavoro forzato e ogni condizione lavorativa disumanizzante.
In risposta alla tratta di esseri umani in ogni sua forma, papa Francesco ha invitato tutte le persone di buona volontà a una «mobilitazione di dimensioni comparabili a quella del fenomeno stesso», esortando a «non rendersi complici di questo male» e a divenire, invece, «artefici di una globalizzazione della solidarietà e della fraternità»[1].
Per rafforzare la propria mobilitazione contro la tratta e per eliminare qualsiasi forma di sfruttamento, l’intera Chiesa cattolica risponde con un impegno risoluto all’appello di papa Francesco, servendosi della sua ricca tradizione in ambito sociale. Tale impegno è particolarmente importante perché oggi il movimento anti-tratta è criticato a causa dei modi imprecisi in cui questo complesso fenomeno viene definito. Mentre papa Francesco sta organizzando un evento importante per il 2020 per esaminare le dinamiche economiche, la considerazione di recenti documenti del magistero sul tema del lavoro ci permette di riflettere su tale fenomeno, identificando modi appropriati per definirlo e contrastarlo.
Una preoccupazione globale
Dall’inizio del nuovo millennio la tratta di esseri umani ha visto una crescente mobilitazione globale. Momento culminante è stato l’adozione, nel 2000, della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale (Untoc)[2] e del relativo Protocollo per prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, in particolare donne e bambini («Protocollo sulla tratta»)[3]. Questa Convenzione è nata dalle preoccupazioni internazionali riguardanti l’integrità delle frontiere, a causa della crescente immigrazione irregolare e della criminalità transnazionale, fenomeni globali che influiscono sulla qualità della vita e sulle condizioni di lavoro di tante persone di ogni età.
Da allora molteplici organizzazioni – governative e non – si sono attivate sia per aiutare vittime della tratta, sia per intervenire a livello sistemico contro ogni struttura che la faciliti e la perpetui. Recentemente la comunità internazionale ha preparato il documento Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare, con lo scopo di aumentare la cooperazione internazionale nell’affrontare i flussi migratori tra i Paesi di origine e quelli di destinazione. Pur mancando il sostegno di nazioni chiave, il documento è stato approvato l’11 dicembre 2018 da molti Stati membri delle Nazioni Unite. Uno degli obiettivi del Global Compact
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