Io sono favorevole alla scuola postdigitale. Questo termine non ha il significato di un ritorno alla scuola predigitale, allo stesso modo che «postmoderno» non significa un ritorno al «premoderno». Piuttosto, la scuola postdigitale significa che nell’epoca digitale l’interazione analogica nelle scuole è diventata ancora più importante che in passato. «In futuro, le scuole, gli istituti di formazione e le università dovranno promuovere più fortemente l’insegnamento analogico con l’obbligo di presenza e gli esami orali», perché, «per una persona, il garante più significativo della realtà è un’altra persona analogica, che posso guardare negli occhi mentre mi parla»[1].
Il rapporto analogico diventa sempre più importante nella misura in cui i media digitali plasmano in modo irreversibile sempre più ambiti della nostra vita. Quanto più i media digitali plasmano i processi di apprendimento, tanto più acquista importanza l’incontro analogico reciproco, che ha luogo nella scuola, tra insegnanti e allievi, ma anche tra bambini e giovani, come ha mostrato la chiusura degli asili e delle scuole durante il Covid-19. Che le cose siano così deriva dal fatto semplice, ma cruciale, che un apprendimento riuscito dipende solo in minima parte dal metodo di apprendimento o di insegnamento scelto o dagli strumenti di qualsiasi tipo,
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