Ormai da parecchio tempo le cronache italiane sono tristemente colme di delitti orribili, perpetrati in particolare contro donne, da mariti, compagni, fidanzati: stalking, violenze domestiche o sessuali, lesioni gravi o gravissime, perfino omicidi, anzi, «femminicidi», secondo un’espressione di recente conio, divenuta ormai di uso corrente. Il fenomeno riguarda donne di tutte le età e condizioni sociali, tanto da sembrare endemico nella nostra società, e questo induce molti a riflettere e a interrogarsi su qualcosa che sembra tracimare il semplice dato criminale, per condurre a una più profonda analisi sociale e antropologica sul nostro comune sentire.
In principio fu la Madre
Nel suo saggio Chi ha cucinato l’ultima cena? Storia femminile del mondo, come del resto nelle altre sue opere, Rosalind Miles riprende la tesi suggerita da Marilyn French, suffragata da molte testimonianze di storia comparata delle civiltà e delle religioni, per le quali all’inizio la società umana sarebbe stata costituita da un matriarcato, nel quale le donne avevano accesso al potere, in tutte le sue forme, con l’indipendenza e la libertà che questo comporta, nei vari aspetti della vita associata[1]. Solo successivamente questo sarebbe stato scalzato dall’invidia maschile, che con la propria ascesa avrebbe privato le donne dei ruoli guida
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