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Il 12 aprile scorso è stata votata a Montecitorio la riforma costituzionale, che istituisce un Senato delle autonomie composto da 100 senatori, riduce i tempi per approvare le leggi, abolisce il Cnel e riordina le competenze tra Stato e Regioni.
Mentre rimangono inviolati i princìpi e i diritti fondamentali della prima parte della Costituzione, il referendum di ottobre riguarderà il funzionamento della seconda parte, che concerne la «meccanica costituzionale».
Si tratta di una parte tutt’altro che neutra, che va considerata come lo sviluppo del dettato costituzionale nel tempo. Il referendum è l’occasione per rifondare intorno alla Costituzione la cultura politica del Paese.