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Simbolo della mentalità contemporanea per il suo insaziabile desiderio di novità, l’opera pionieristica dell’architetta anglo-irachena Zaha Hadid (1950-2016) arricchisce il nostro mondo con un aspetto visionario, futurista e ludico dell’architettura.
Hadid sognava grandi linee e ampi spazi bianchi, metallici, curvati, fluidi, in grado di accogliere masse di persone, flussi di umanità. In questo articolo si mostra come molti valori indiscussi della sua opera — innovativa, ludica, futurista e immaginativa — appartengano, in chiave cristiana, all’escatologia: una speranza che fa immaginare e sognare un mondo migliore, umano.