Alcune vicende degli ultimi tempi, come la distruzione dei Buddha di Bamiyan nel 2001 e la crisi provocata dalle caricature di Maometto all’inizio del 2006, hanno fatto circolare la vecchia idea che l’islàm sia fondamentalmente ostile alle immagini. In questo articolo si tratta del carattere aniconico dell’islàm e in particolare si analizzano le fonti, cioè il Corano e le raccolte degli hadith del Profeta, sulle quali si fonda tale importante elemento della religiosità e della cultura islamica. Una maggiore conoscenza delle fonti ci aiuta a superare alcuni luoghi comuni che ancora oggi circolano sulla questione delle immagini nell’islàm e a comprendere la sostanza di una prescrizione religiosa che non pone un tabù, ma che attraverso un divieto esprime alcuni valori religiosi che si intende tutelare e difendere.
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LA QUESTIONE DELLE IMMAGINI NELL’ISLÀM
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