A soli 64 anni, venticinque anni fa, moriva Giuseppe Berto, autore di opere che hanno interessato molto la critica per l’aspetto sia formale sia contenutistico. Nella storia letteraria del secondo Novecento, la sua presenza ha una collocazione ben definita e di una certa importanza. L’articolo esamina la religiosità dello scrittore, persuasi come si è che, tra i temi da lui affrontati, quello religioso sia tra i più sentiti e importanti. In conclusione si afferma che Berto si è mosso tra scetticismo, nostalgia e ricerca di fede, amore per Cristo, personalità straordinaria e generosa, «splendidamente moderno» e vivo, ma soltanto uomo. Dunque, un «povero Cristo».