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Il carcere continua a dividere la cultura democratica tra giustizialisti e permissivisti. Tuttavia i dati sui suicidi in cella, il sovraffollamento e la pena di morte sono ancora allarmanti. Papa Francesco ha detto che il fine della pena è far sì che il colpevole riconosca il male commesso, sia in grado di risarcire la vittima e possa ricostruire il suo avvenire grazie alla forza creatrice del perdono. Nell’Anno della Misericordia, la Chiesa invita a una «conversione culturale» in cui la «giustizia riconciliativa» prevalga sulla «giustizia retributiva». Ciò permette sia di offrire alle vittime un ruolo attivo, sia di restituire alla società la responsabilità di rieducare. Lo aveva detto anche Cesare Beccaria: «Se le pene saranno moderate… sarà tolto lo squallore e la fame dalle carceri… la compassione e l’umanità penetreranno le porte ferrate».