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Chiesa e spiritualità

Il cantico dei tre giovani nella fornace

Roland Meynet

16 Novembre 2024

Quaderno 4186

Mosaico dei tre giovani nel monastero di Ossios Loukas, Grecia

Nella Liturgia delle Ore di rito romano, il Cantico dei tre giovani nella fornace (Dn 3,51-90) ricorre molto spesso: viene recitato o cantato ogni domenica, oltre che nelle solennità e nelle feste.

Questo cantico non è stato molto studiato, perché non esiste in ebraico. In effetti, il libro di Daniele è giunto a noi essenzialmente in due forme: la prima è in ebraico, e per alcuni capitoli in aramaico (una lingua vicina all’ebraico, ma più recente); la seconda è una traduzione greca del testo ebraico-aramaico, ma con l’aggiunta di alcuni capitoli, come la storia di Susanna. Il testo originale in ebraico e aramaico fa parte della Bibbia ebraica, l’unica riconosciuta da ebrei e protestanti; la versione greca è stata realizzata dagli ebrei intorno al 200 a.C. ed è il testo riconosciuto come canonico da cattolici e ortodossi.

Per comprendere meglio questo cantico e per apprezzarne la bellezza, è importante scoprirne la composizione: bisogna evidenziarne l’architettura, riconoscerne gli elementi, vedere cosa li distingue e li unisce, individuare, come in una chiesa romanica o gotica, dove si trova la chiave di volta, la pietra che assicura la coerenza dell’insieme. Per fare questo, è necessario conoscere le leggi specifiche che regolano la letteratura semitica orientale: leggi che sono molto diverse dalle regole della nostra letteratura occidentale, greca e latina. Eccone soltanto tre, ma che saranno decisive per il Cantico dei tre giovani: la prima è l’elevata frequenza di composizioni concentriche; la seconda è la legge della citazione al centro; e la terza è la frequenza del numero sette, il numero per eccellenza della totalità.

Il Cantico si apre con una strofa in cui il poeta si rivolge al Signore, benedicendolo e lodandolo, cantando, esaltandolo e glorificandolo[1]. Ogni versetto inizia con «Benedetto» e termina con «nei secoli (dei secoli)»:

52Benedetto sei tu,Signore, Dio dei nostri padri,e lodato e sovra-esaltato nei secoli.E benedettoil nome santo della tua gloriae sovra-lodato e sovra-esaltato nei secoli dei secoli.

53Benedetto sei tunel tempio della tua santa gloria,e sovra-cantato e sovra-glorificato nei secoli dei secoli.

54E benedetto sei tusul trono del tuo regno,e cantato e sovra-esaltato nei secoli.

55Benedetto sei tu,che guardi gli abissi, seduto sui cherubini,e lodato e sovra-glorificato nei secoli.

56Benedetto sei tunel firmamento,e cantato e glorificato nei secoli» (Dn 3,52-56).

Dopo questa introduzione, rivolta direttamente a Dio, viene il corpo del Cantico: è una raccolta di 32 versetti, molto simili tra loro, perché ognuno termina con la stessa frase: «Cantate, esaltatelo nei secoli», tranne

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Il cantico dei tre giovani nella fornace

Roland Meynet

Professore emerito di Teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana.


16 Novembre 2024

Quaderno 4186

  • pag. 340 - 348
  • Anno 2024
  • Volume IV

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Si parla di:

Bibbia Esegesi biblica Teologia biblica

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