
Che cosa dice la Bibbia a proposito di guerra, di rivoluzione, di violenza? Alcune pagine dell’Antico Testamento, direttamente o indirettamente, sembrano giustificare la possibilità del conflitto armato per la conquista della Terra promessa. Ma è proprio questa la giusta interpretazione? Soprattutto, come si concilia tutto ciò con il precetto del Nuovo Testamento di «amare il nemico»?
Come consultare la Bibbia sull’attualità
Interpellare la Bibbia su un tema di attualità risulta meno sbrigativo di quanto solitamente si creda. Non bisogna mai imporre al testo biblico un problema come lo formuliamo oggi: bisogna invece accogliere quello che la Bibbia stessa ci dice e seguirne lo svolgimento senza intromissioni estranee. Solo allora sarà possibile raggiungere conclusioni che contengono, per equivalenza, la risposta che ci interessa. Tale equivalenza va esplicitata solo dopo che si è stabilito con precisione che cosa gli autori biblici hanno da dire intorno alle domande che essi stessi si pongono, e non già alle nostre. Altrimenti avverrebbe, per esempio, di vedere legittimata con l’autorità della Bibbia la guerriglia, o il colpo di Stato[1], in contrasto con vari testi del Nuovo Testamento e con la linea di condotta delle prime generazioni cristiane.
La salvezza di cui parla la Bibbia non è cosa che discenda direttamente dall’Alto, ma è un evento che matura all’interno di una lunga tradizione storica. Chi volesse intendere come verità assoluta, valida atemporalmente, ogni enunciato della Sacra Scrittura giungerebbe a conclusioni erronee e, quel che è peggio, le avvalorerebbe con l’autorità di Dio. La salvezza è un evento storico, di cui la Bibbia ci dà la narrazione e il significato: un evento che si svolge da una tappa all’altra e non è concluso e completo prima di quella finale, che è la Pentecoste[2]. Indicare una tappa come equivalente all’intera salvezza è una falsificazione; parimenti è una falsificazione proporre un momento di quella riflessione sulla salvezza che è la Bibbia come se fosse la parola definitiva di Dio sull’argomento (parola definitiva, proprio perché viene da Dio). La salvezza consiste in una graduale incarnazione del Signore nella storia dell’uomo. L’inizio di tale incarnazione si ha con la vocazione di Abramo. Abramo e il suo clan erano originariamente politeisti, e le loro consuetudini morali erano viziate da gravi difetti, dei quali il libro della Genesi parla senza reticenze[3].
Posto, dunque, che il punto di partenza della storia della salvezza è un frammento di umanità qualsiasi, carico di ogni specie
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