Dopo aver considerato, in un precedente articolo, gli aspetti psicologici dell’autostima, in questo contributo se ne mostra la dimensione religiosa e spirituale, indispensabile per una trattazione adeguata del problema. La questione del valore di sé si presenta in sede psicologica sempre segnata da una ferita più o meno profonda, al punto da poter essere considerata come l’analogo psicologico del peccato originale. Né i titoli raggiunti, né il numero di amici, i beni, i riconoscimenti e lo status professionale possono infatti offrire una risposta sufficiente all’interrogativo se la propria persona possa essere considerata come degna di stima. In fondo, dietro ogni tentativo «malato» di conseguire la stima si nasconde un autentico desiderio profondo: essere ricordati dagli altri, non essere passati invano su questa terra, aver lasciato qualcosa di significativo al termine della propria vita.
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GLI ASPETTI SPIRITUALI DELL’AUTOSTIMA
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