Paul Auster, classe 1947, è tra gli scrittori più noti e apprezzati della scena letteraria internazionale. Fino al 1980 si dedica quasi esclusivamente alla poesia, componendo quattro raccolte di versi[1]. A partire dal 1982, all’età di 35 anni, i suoi interessi si spostano sulla narrativa. Il primo frutto di questa nuova declinazione della sua scrittura è il saggio autobiografico L’invenzione della solitudine, che raccoglie due scritti distinti e speculari: Il ritratto di un uomo invisibile e Il libro della memoria[2]. Dello stesso anno è il poliziesco Squeeze play («Gioco omicida»), firmato con lo pseudonimo di Paul Benjamin[3].
Nel 1987 arriva il successo e il riconoscimento da parte del grande pubblico con Trilogia di New York, che per Auster segna il definitivo allontanamento dello spettro delle ristrettezze economiche. Lo scrittore ha 40 anni. A partire dalla Trilogia prende avvio una feconda carriera di narratore, saggista, sceneggiatore e regista, fino ai suoi ultimi lavori: Ragazzo in fiamme. Vita e opere di Stephen Crane, ponderosa biografia dello scrittore morto ventinovenne nel 1900, figura importante della letteratura statunitense del XIX secolo[4]; e il romanzo Baumgartner[5] – uscito in Italia e negli Stati Uniti in contemporanea
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