Viviamo un tempo in cui conta il numero dei palchi calpestati, delle targhe accettate e degli applausi ricevuti. Apparire per esistere: sui giornali, in televisione, sui social(Instagram, Twitter, Facebook, TikTok). A questa legge pare non sfuggire neppure il pur nobile mondo della letteratura, e così l’anno è scandito dal calendario dei premi, noti, notissimi, di nicchia, molti sconosciuti ai non addetti ai lavori: vi sono quelli nazionali, gli internazionali, quelli a carattere locale, alcuni con nomi semplici, altri con nomi reboanti, auree nobili e ascendenze ottocentesche.
Questo mondo, con i suoi nobili statuti e le sue norme implicite, gli slanci ideali e i compromessi economici tra case editoriali, è una deliziosa fonte di ispirazione per i racconti raccolti in Tutti i nostri premi, di Autori vari1[1]. Occasione ghiotta offerta da questa giovane e interessante casa editrice romana, nata nel 2016 e fin dalla nascita orgogliosamente fedele all’intuizione che l’ha originata, che il racconto sia una forma del narrare contemporaneo e non un genere letterario; da qui, la scelta di pubblicare solo racconti, che rende questa casa editrice unica nel panorama editoriale italiano.
Quale occasione migliore di parlare del mondo dei premi letterari se non affidandosi alla voce e alla penna
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