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Il contesto dell’articolo. Recentemente è scomparso Ezio Bosso, musicista, direttore, compositore di musiche proprie e di colonne sonore.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo, tracciandone un profilo e rievocando alcuni aneddoti, tenta di mostrare come Bosso – certamente anche per ragioni biografiche – abbia cercato, con passione, di comunicare il senso della musica classica a un ampio pubblico che non fosse solo quello degli specialisti o degli appassionati del genere. In una società nella quale viene privilegiata l’immagine, ciò che appare, Bosso ha proposto un’idea culturale che parte dall’ascolto. «Perché esista questa orchestra, come società ideale, occorre un lavoro costante e continuo che peraltro non accetta scorciatoie. Perché, come tutte le cose importanti e belle, è fragile e potrebbe benissimo prendere anche tutti i peggiori difetti della società attuale come l’invidia e l’incompetenza».
La sua musica si è confrontata con il dolore della malattia che lo ha colpito, divenendo ancor più un luogo di incontro e di profonda umanità. Egli ha continuato fino alla fine a svelare il mistero della musica; nel peso delle dita che premevano i tasti del pianoforte ha mostrato la gravità della realtà e, allo stesso tempo, ha mostrato come il suo suono fosse capace di lenire, sanare le ferite.
La sua musica rimane trascendente, nel senso che continua a oltrepassare i confini del tempo e dello spazio, accolta nella stanza del cuore di tutti coloro che decidono di ascoltarla.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Se nell’orchestra è possibile un’armonia tra tante voci e timbri differenti, basata su regole musicali e sull’ascolto dell’altro, perché non pensare che questo sia possibile anche nella società?
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EZIO BOSSO: UNTIL HIS LAST BREATH
Ezio Bosso, who recently passed away (13 september, 1971 – 15 maggio 2020), was a musician, conductor, and composer of music and soundtracks. With passion, he tried to communicate the meaning of music to a wider audience, not only to specialists. His music confronted the pain of the illness that struck him, and became an even greater place of encounter and deep humanity.