Nel centenario della nascita (1905), l’articolo presenta l’opera letteraria di E. Canetti, scrittore complesso, ricco di idee e di fantasia, poliedrico. La sua opera offre lo spettacolo di gente ottusa e svitata che si muove in un universo che sa di cabaret e di manicomio. Nelle scene del suo grande romanzo Auto da fé e del suo teatro, e nelle pagine asciutte e taglienti dei suoi sterminati diari, egli riflette la crisi della coscienza europea nel Novecento. L’articolo mette in risalto le sue idee portanti — miseria e smarrimento dell’uomo, scandalo della morte, insensatezza della storia, la donna come elemento negativo — e il suo atteggiamento di fronte a Dio, che è di rifiuto. Ma non lo dimentica, lo ricorda con frequenza, quasi con acredine, per giudicarlo, schernirlo, negarlo, accusarlo.
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ELIAS CANETTI ALLA RICERCA DEL VERO
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