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Non è giusto lasciar passare il 2021 senza rievocare due documenti sociali della Chiesa che compiono cinquant’anni: la lettera apostolica Octogesima adveniens (OA) di Paolo VI e il documento La giustizia nel mondo (GM) del Sinodo universale dei vescovi. Sebbene entrambi meritino di essere ricordati per il loro valore intrinseco, tanto più è il caso di farlo in relazione a papa Francesco e ai suoi notevoli apporti teologico-morali.
Il contesto del 1971
Il Concilio Vaticano II si era concluso da poco. Paolo VI aveva assunto la sua missione pontificia con l’impegno di concretizzare le proposte conciliari, sulla scia dell’ispirazione che Giovanni XXIII aveva dato al Concilio: l’«aggiornamento», per rendere la Chiesa più idonea a svolgere la sua missione.
La Chiesa degli anni Sessanta aveva di fronte due grandi sfide: la «modernità», che metteva in discussione il posto che essa aveva occupato fino ad allora nella società; e la «povertà nel mondo», tanto più intollerabile in quegli anni contrassegnati da una grande ripresa economica, che tuttavia si scontrava con le vane attese di sviluppo sorte in molti popoli dopo i processi di decolonizzazione.
La sfida della modernità era particolarmente preoccupante nel mondo occidentale, più avanzato sotto il profilo economico. Le due costituzioni conciliari sulla Chiesa – Lumen gentium e Gaudium et spes – gettavano le basi di un nuovo modo, per essa, di porsi nella società, accettando i princìpi di una società laica e di uno Stato aconfessionale. Questo tema aveva complicato le relazioni della Chiesa con la società negli ultimi due secoli, densi di radicalizzazioni da una parte e dall’altra. L’Octogesima adveniens[2] costituisce un indiscutibile passo avanti, perché sotto il profilo ideologico e sotto quello politico apre nuovi orizzonti alla presenza dei cristiani nelle società pluraliste.
Nel Concilio, la sfida della povertà non aveva attirato un’attenzione specifica…
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FROM PAUL VI TO FRANCIS: POLITICS, JUSTICE AND DISCERNMENT. 1971-2021: a double commemoration
Fifty years have passed since the publication of Paul VI’s Apostolic Letter Octogesima adveniens and the document Justice in the World by the Universal Synod of Bishops. Both documents represent significant progress, because they develop central insights of the Second Vatican Council, which included the political participation of Christians and a commitment to justice. Today, in a different context, those insights find a new echo in the thinking of Pope Francis and in the pastoral emphasis that inspires his entire pontificate.