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Lo scorso settembre è riapparso, dopo lungo silenzio, Andy Capp, il personaggio creato nel 1957 da Reginald Smythe e divenuto un classico dei fumetti. Si tratta del primo numero di una serie di inediti, che ha per titolo Andy torna in campo. Nella copertina, Andy indossa la divisa di calciatore e ha il pallone davanti a sé, ma l’arbitro gli corre incontro sventolando un cartellino rosso. A lato emerge un lampo: «Le strisce mai pubblicate prima in Italia!».
L’edizione ha notevoli pregi: innanzitutto comprende le strisce ideate dai successori di Smythe. Quando nel 1998 l’autore scomparve, il fumetto continuò per un anno grazie alle scorte che erano rimaste inedite. Prima di morire, Smythe aveva concesso l’autorizzazione a continuare a scrivere e disegnare altre storie dopo di lui. Andy Capp rinasce così nella matita di Roger Mahoney e Roger Kettle, che continuano a pubblicarlo. Ora sono apparse le strisce inedite in Italia, in una serie di volumi da libreria.
Un altro pregio dell’opera è che le storie sono pubblicate nel testo originale, con sotto la versione italiana, dando così la possibilità di gustare l’inglese della vignetta che riflette il linguaggio del mondo operaio. Il primo volume è eccellente e fa ben sperare per il futuro.
Andy Capp
Nel 1957 Reginald Smythe presenta, nell’edizione di Manchester del Daily Mirror, un nuovo personaggio dei fumetti: Andy Capp. Il nome allude a «handicap», che di per sé è il distacco tecnico assegnato ai cavalli notevolmente superiori per rendere più difficile il risultato delle scommesse, ma indica pure una condizione di svantaggio o di disabilità.
Il nostro Andy è appunto un operaio senza lavoro, disoccupato cronico, con il suo inseparabile berretto e un mozzicone di sigaretta, vittima della sua situazione e del suo mondo. Il personaggio ha un immediato successo…