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In questo volume mons. Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, presenta, in una sorta di minidizionario, 101 parole fondamentali dell’esistenza, sia riprendendo l’etimologia del termine sia ricorrendo a parole di altri che si sono interrogati sul tema.
Fermarsi a riconoscere il significato delle parole è indispensabile in una società che, procedendo troppo velocemente, rischia di non andare da nessuna parte, restando alla superficie delle cose. Le parole esprimono l’interiorità della persona, i suoi interessi, la sua cultura, la rete di relazioni che la caratterizzano; ma se c’è un impoverimento in questi ambiti esistenziali, anche il linguaggio ne risente.
Se l’uomo di oggi, abituato a navigare nella velocità della rete, fatica ad afferrare il senso delle parole, gradualmente questo potrebbe condurlo a un impoverimento del linguaggio e della sua capacità comunicativa, perché «migliore è la conoscenza e l’uso delle parole, migliore sarà il nostro potere sulla realtà» (p. 51).
Le parole indispensabili per la vita rimandano alla lentezza e alla profondità. Pensiamo all’amicizia: «Esige risposte impegnative che interpretano il bisogno dell’altro più che il proprio; prevede il silenzio e spinge ad apprezzare la libertà di ciascuno con gioia […].“Si decide in fretta di essere amici, ma l’amicizia è un frutto che matura lentamente”» (p. 152). L’amicizia autentica è sovversiva, esige coerenza per ridurre la distanza tra il virtuale e il reale, contesta possibili illusioni consolatorie, come quella di cercare migliaia di followers sui social, ma senza voler concretamente incontrare, ascoltare e condividere il vissuto di quelle schiere di «amici» che ci si vanta di avere.
Per cogliere il significato autentico delle parole si devono assecondare le esigenze dell’interiorità quale specchio dell’animo umano, l’inquietudine che l’attraversa come tensione verso l’eterno e che mette in evidenza l’inappagato desiderio del cuore umano di spingersi sempre oltre nella ricerca. Chi non accetta questa spinta diventa preda della confusione e del tedio.
Il libro è costituito da 7 capitoli – «Verso l’assoluto», «L’essenza dell’uomo», «Aprirsi agli altri», «Le virtù sociali», «La via della misericordia», «L’agire sociale» e «Il valore del limite» –, accomunati da parole affini, che consentono di entrare nella realtà dell’esistenza umana da prospettive diverse, «una sorta di vocabolario di antropologia che descrive la relazione fra l’Io e il mondo, che si apre agli altri, alla società fino a incontrare l’Altro» (p. 7).
Rivisitare il significato delle parole diviene così un percorso di educazione ai valori della vita. Si pensi, per esempio, alla «libertà», intesa come capacità innata e scontata dell’essere umano e che richiede piuttosto, per essere esercitata, il rispetto del carattere dinamico della persona come essere incarnato e in relazione (cfr p. 22); o alla «felicità», chiamata a rinunciare all’alone sdolcinato di emotività cui è facilmente associata e a diventare un faticoso programma di impegno, per giungere a quello che Albert Camus chiama «il sincero accordo tra l’uomo e la vita che conduce» (p. 112).
La lettura del libro, dalla prima parola («Dio») all’ultima («morte»), consente di viaggiare in ampi spazi stimolanti per il pensiero e per lo spirito, di fare esperienza del mistero che abita l’esistenza umana e le conferisce dignità e gusto di vivere. «Chi si sforza di abitare le parole si mette sulle tracce del mistero, lo abita pur senza possederlo e, senza saperlo, invita altri a fare altrettanto» (p. 8).
NUNZIO GALANTINO
Vivere le parole. Per un vocabolario dell’esistenza
Milano, Piemme, 2018, 250, € 18,00.