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ABSTRACT – Il 29° viaggio apostolico di papa Francesco – svoltosi dal 5 al 7 maggio 2019 – ha avuto come meta la Bulgaria e la Macedonia del Nord. In Bulgaria i cattolici sono circa 68.000, cioè lo 0,95% della popolazione; in Macedonia del Nord i cattolici sono lo 0,7%, cioè circa 15.000. Dunque, altri due Paesi del mondo dove i cattolici rappresentano lo «zero virgola»: un’opzione preferenziale costante ormai nei viaggi del Pontefice.
«I mosaici più belli sono quelli più ricchi di colori», aveva detto Francesco in un videomessaggio inviato prima di decollare per il suo 29° viaggio apostolico. E mosaici si possono definire Bulgaria e Macedonia del Nord, «ponte» e «crocevia» tra culture e religioni; due figure chiave per l’evangelizzazione dei popoli slavi: Cirillo e Metodio; due figure contemporanee di santità: Giovanni XXIII e Madre Teresa; un comune orizzonte europeo di fratellanza e convivenza alla luce del Documento firmato ad Abu Dhabi; un ecumenismo che nasce dalla persecuzione, dal servizio al povero e dalla missione di annunciare il Vangelo; una visione aperta della Chiesa in piena conversione missionaria, che si apre alle sfide del futuro senza ripiegarsi in maniera pavida e meschina. Questi sono gli elementi fondamentali del viaggio apostolico di Francesco in terre che come detto vedono una presenza minima di cattolici, che vivono una missione di riconciliazione e dialogo in un quadrante geopolitico che è un mosaico di culture, religioni e sensibilità.
Tra i segni fatti e le parole pronunciate nel corso del viaggio da Francesco, annotiamo in particolare un passaggio di quelle dette in piazza Macedonia, centro geografico e simbolico di Skopje, la capitale della Macedonia del Nord. Lì il Papa ha celebrato la Messa davanti a circa 15.000 persone e ha fatto un’analisi della situazione, certo non in modo tenero: «Ci siamo abituati a mangiare il pane duro della disinformazione e siamo finiti prigionieri del discredito, delle etichette e dell’infamia; abbiamo creduto che il conformismo avrebbe saziato la nostra sete e abbiamo finito per abbeverarci di indifferenza e di insensibilità; ci siamo nutriti con sogni di splendore e grandezza e abbiamo finito per mangiare distrazione, chiusura e solitudine; ci siamo ingozzati di connessioni e abbiamo perso il gusto della fraternità. Abbiamo cercato il risultato rapido e sicuro e ci troviamo oppressi dall’impazienza e dall’ansia. Prigionieri della virtualità, abbiamo perso il gusto e il sapore della realtà». Da qui un appello a dichiarare «con forza e senza paura» la nostra fame «di fraternità dove l’indifferenza, il discredito, l’infamia non riempiano le nostre tavole e non prendano il primo posto a casa nostra».
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“TO PUT OUT INTO THE SEA OF HISTORY”. Francis in Bulgaria and Northern Macedonia
From 5 to 7 May 2019, the Pope undertook his 29th apostolic journey to Bulgaria and Northern Macedonia. “The most beautiful mosaics are the ones that are richest in colors ”, the Pontiff stated in a video message recoded just before taking off. In fact, these two countries are mosaics, “bridge”, and “crossroads”, between cultures and religions; two key figures for the evangelization of the Slavic peoples are Saints Cyril and Methodius, while two contemporary figures of sanctity are John XXIII and Mother Teresa: a common European horizon of brotherhood and coexistence in the light of the document signed in Abu Dhabi: an ecumenism born from persecution, service to the poor and the mission of proclaiming the Gospel. This represents an open vision of the Church in full missionary conversion open to the challenges of the future.