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Nell’attuale fase di ripensamento del modello di impresa – un dibattito, a cui non è estraneo il nostro Paese, centrato sul rinnovamento della struttura aziendale e sulla creazione di nuove imprese e di nuovi imprenditori –, questo libro offre una possibile soluzione al problema ricorrente di coniugare efficacemente capacità e competenze imprenditoriali con la disponibilità di capitali. Una soluzione è stata già sperimentata sul campo negli Stati Uniti, poco prima della metà degli anni Ottanta del secolo scorso, con esiti incoraggianti.
Lo strumento attuativo di tale soluzione di sostegno e di valorizzazione di piccole imprese – i search funds – nasce in un ambito accademico particolarmente qualificato e si sviluppa come reale possibilità offerta a giovani imprenditori di realizzare il proprio sogno, identificando adeguate opportunità di investimento da acquisire con l’aiuto di un gruppo di partner finanziari, anche ridando vitalità a realtà aziendali in progressivo declino.
Già da queste prime considerazioni si intuisce la differenza di questo strumento rispetto ad altre soluzioni, come lo Special Purpose Acquisition Company (Spac), perché in esso il soggetto che effettua la ricerca di capitali è il medesimo che poi si impegna a gestire e sviluppare l’impresa acquisita; o rispetto alle start up, in quanto per i search funds l’investimento di competenze e capitali avviene su imprese già funzionanti e che sono al di fuori degli obiettivi dei comuni fondi o di altre strutture equivalenti di acquisizione e di investimento di capitali.
Dopo l’interessante introduzione di Fabio Sattin, il libro presenta le fasi attraverso cui si articola l’operatività dei search funds: dalla raccolta del capitale iniziale all’individuazione delle società target, alla conclusione della trattativa di acquisto dell’impresa, ai successivi momenti di gestione e sviluppo del valore dell’azienda acquisita, per arrivare all’ultima fase, quella della cessione dell’azienda così sviluppata.
L’autore, tra i primi in Italia ad approfondire adeguatamente questo tema, non si ferma alle considerazioni che si possono trarre dalle esperienze d’oltre Atlantico, ma, alla luce dei casi di search funds presenti in Italia – otto all’inizio dello scorso anno – e della valutazione dei risultati conseguiti, si pone il legittimo interrogativo di una loro diffusione su più vasta scala anche nel nostro Paese, individuando le potenziali leve da attivare per il loro sviluppo. È una proposta certamente interessante, considerando, da un lato, la tipologia del tessuto imprenditoriale italiano, costituito per lo più da micro e piccole imprese, e, dall’altro, sia la necessità, ormai indifferibile, di un deciso rinnovamento della classe imprenditoriale, sia il crescente impatto della trasformazione tecnologica anche sul mondo delle imprese.
Nel capitolo conclusivo, le considerazioni di natura legale offerte da Marco Franzini consentono di comprendere sia la natura privatistica di questo strumento, sia le sue possibilità di adattamento all’ordinamento giuridico italiano, sia la problematica centrale legata a esso: la necessità continua di comporre il crescente disallineamento tra l’interesse del promotore dell’iniziativa, divenuto successivamente imprenditore, e gli interessi dei coinvestitori, normalmente e comprensibilmente focalizzati sulla cessione dell’azienda e sull’entità della redditività dell’investimento effettuato.
ANTONIO MOLINARI
«Search Funds». Un nuovo strumento a sostegno della piccola impresa e del rinnovamento imprenditoriale
Milano, Guerini Next, 2019, 184, € 28,00.