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Questo è il sesto volume della collezione avviata da mons. Vicente Cárcel nel 2011, servendosi dei documenti contenuti nell’Archivio segreto vaticano, che riferiscono l’attività della Santa Sede durante la Seconda Repubblica e la Guerra civile spagnola. I temi che vi sono trattati riguardano il 1938 e sono, in parte, continuazione e complemento di quelli del 1937.
Seguendo il suo metodo abituale, l’A. riassume in un’ampia introduzione gli argomenti che ritiene di maggiore interesse, cominciando con il resoconto particolareggiato delle attività svolte dall’incaricato di affari della Santa Sede in Spagna, mons. Ildebrando Antoniutti, fino a metà giugno del 1938, data in cui egli cessò la sua missione diplomatica e venne trasferito alla Nunziatura apostolica in Canada. Mons. Antoniutti sarebbe tornato in Spagna nel 1953 come nunzio apostolico, restando a Madrid fino al 1962.
Il primo compito che Pio XI gli affidò fu di carattere strettamente umanitario. A tal fine, appena giunto in Spagna, Antoniutti organizzò il Segretariato per il rimpatrio dei bambini, perché, secondo i repubblicani, «i bambini appartengono al governo e non alla famiglia», e per questo li avevano mandati in Russia e in altri Paesi europei.
Un altro capitolo importante dell’attività umanitaria del prelato riguardò i prigionieri politici e i condannati a morte. I suoi ultimi impegni assecondarono gli interventi del Papa per evitare gli orrori della guerra e i bombardamenti aerei su Barcellona.
Uno dei documenti più interessanti del volume è la ratifica pontificia della Lettera collettiva dell’episcopato spagnolo del 1° luglio 1937, in cui si denunciava la sanguinosa persecuzione religiosa che la Chiesa subiva nel territorio repubblicano.
Vengono spiegate ampiamente anche le difficoltà che il Vaticano ebbe per riconoscere il Governo nazionale, perché non vedeva chiaro il futuro della Spagna: lo fece soltanto nel giugno 1938, con la nomina del nunzio Gaetano Cicognani. L’ultimo tentativo del Papa di porre fine alla guerra di Spagna, nel dicembre 1938, fallì, perché Franco si oppose decisamente a qualsiasi tipo di negoziato con i repubblicani, che già stavano per essere sconfitti.
Il riconoscimento ufficiale, nel giugno 1938, del governo di Franco da parte della Santa Sede, non significò che questa incoraggiasse o si prodigasse per un allineamento di quel governo con l’Asse Roma-Berlino, ma l’esatto contrario. Proprio la presenza di un nunzio apostolico venne utilizzata per contrastare, nella misura del possibile, un simile scenario, perché allora il Papa era molto preoccupato a causa del nazismo che perseguitava implacabilmente la Chiesa in Germania.
Un altro tema che richiamò l’attenzione di Cicognani all’inizio della sua missione fu la situazione dell’arcidiocesi di Tarragona e del card. Vidal y Barraquer, al quale non fu permesso di rientrare in Spagna, nonostante dimostrasse simpatia per Franco.
Ben presto sorsero tensioni tra il governo della Spagna nazionale e la Santa Sede per il fatto che, non appena giunto a Roma, l’ambasciatore Yanguas Messía insistette presso la Segreteria di Stato perché al suo governo venisse riconosciuto l’antico privilegio – di cui avevano goduto i re cattolici – di presentare i vescovi.
In definitiva, questo volume reca un contributo importante per chiarire l’atteggiamento della Chiesa in uno dei momenti più tragici della storia spagnola recente.
La II República y la Guerra Civil en el Archivo Secreto Vaticano. VI. Documentos del año 1938
a cura di VICENTE CÁRCEL ORTÍ
Madrid, Biblioteca de Autores Cristianos, 2018, LXVIII – 938, € 42,50.