|
Benché apparsi tra il 1982 e 1986, e da tempo esauriti, i volumi della monumentale cristologia di mons. Bordoni sono ora tutti riediti, a cura dei tre docenti dell’Università Lateranense Nicola Ciola, Antonio Sabetta e Pierluigi Sguazzardo: rappresentano l’opera di un testimone che ha dato la vita per la teologia speculativa, non solo nell’immediato postconcilio, ma anche nell’attuale dibattito teologico.
È apparso ora il secondo tomo del terzo volume: Il Cristo annunciato dalla Chiesa. Si compone di due parti: la prima concerne la «protologia», cioè la preesistenza di «Cristo agli inizi del progetto di Dio»; l’altra, «Il “divenire carne” della parola eterna».
La protologia costituisce la punta più elevata dell’intelligenza di fede sull’origine eterna di Cristo: il suo essere Figlio presso il Padre, in rapporto allo Spirito, e la sua rivelazione nella «storia». Interessante l’apporto dato dai libri sapienziali e da Paolo: la personificazione letteraria della Sapienza è un vivente, Cristo Gesù, che appare nella pienezza dei tempi per la salvezza dell’uomo (cfr Ef 1,10). Il culmine si ha nella cristologia del Logos di Giovanni, già prefigurato in Sap 18,15. L’uomo, quale persona-immagine di Dio, non può essere se stesso se non in dialogo e in rapporto con lui. Tale prospettiva chiarisce «il fondamentale orientamento religioso dell’esistenza umana che non lascia all’uomo la scelta di essere o non essere religioso, ma di esserlo e non esserlo in modo autentico» (p. 115).
La seconda parte concerne l’incarnazione, il mistero soggiacente a tutta la cristologia. Il divenire carne del Logos è la novità radicale del cristianesimo, che lo distingue da tutte le altre religioni. Il Signore Gesù si proclama uguale al Padre, ci salva donandosi e facendo del suo vivere un servizio: il dono culmina nel mistero pasquale. Qui si manifesta la «verità di Dio sull’uomo», che diviene il «fondamento di quella “verità dell’uomo” che sta nel suo “essere per Dio”» (p. 140).
L’autore ribadisce la carenza di un’adeguata riflessione sulla persona di Gesù nella teologia del passato, intrappolata nelle strettoie di un «antropocentrismo esistenziale» e un «teocentrismo astorico». E per di più in un frangente storico in cui emerge con forza il ruolo della «persona come centro della vita umana, della libertà e coscienza dell’uomo», con il rischio di «compromettere la stessa verità umana di Cristo» (p. 286). Invece, proprio nel divenire uomo del Logos giunge a compimento l’essere persona dell’uomo, cioè la sua identità più elevata: «Ecco l’uomo!» (Gv 19,5).
Già nel 553, il Concilio Costantinopolitano II aveva definito che l’essere uomo di Gesù, in quanto Figlio di Dio, comporta un processo di coscienza, di libertà, di relazioni interpersonali, in cui il Logos divino vive umanamente la propria identità filiale di persona. Egli è «l’uomo nuovo» che rivela l’essere personale di Dio, presente e operante nella storia, e manifesta il volto di un amore divino unico nella Parola, nella relazione con il popolo d’Israele e con ogni uomo. Proprio in tale relazione l’uomo conosce se stesso come persona dono di Dio, al quale è chiamato a dare risposta nel donarsi agli altri e nel relazionarsi al mondo. Dove esiste, certo, il rischio della libertà e delle sue drammatiche conseguenze, ma anche il compimento pieno del progetto divino, «quando egli ha cessato di sussistere per conto suo, arroccandosi in sé e affermandosi in maniera autonoma» (p. 287).
Appare qui anche il ruolo di Maria nella storia della salvezza: non è lei «a fare di Cristo suo Figlio, ma è Cristo che fa di lei sua Madre. Tuttavia, questo suo divenire Madre, per grazia, non avviene senza il suo consenso personale. […] Lei accoglie il Verbo nel cuore e nel corpo. […] E diviene il prototipo della comunità ecclesiale, la persona che rappresenta la pienezza dell’esistenza della Chiesa, e che esercita una funzione universale in favore di tutta la Chiesa» (pp. 310 s).
Nel libro infine spicca la spiritualità dell’autore, luminosa sullo sfondo del messaggio teologico. Pur nella sua complessità, il testo si lascia leggere anche dai non addetti ai lavori. Va ricordato che l’autore, oltre che teologo, è stato parroco a Roma. Nell’ultimo volume emerge ancora l’impostazione biblica e patristica che innerva tutta l’opera, per cui la Parola di Dio non è solo il dato di partenza dell’analisi dottrinale, ma l’anima del trattato teologico. Prezioso è l’«Indice analitico». La Cristologia dell’autore è stata definita da p. Zoltán Alszeghy una delle pubblicazioni più significative della teologia italiana del Novecento.
MARCELLO BORDONI
Gesù di Nazaret Signore e Cristo. Saggio di cristologia sistematica. 3. Il Cristo annunciato dalla Chiesa
Tomo 2, Bologna, EDB, 2019, 376, € 33,00.