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Questo ponderoso libro collettaneo, curato da Carlo Trigilia, professore di Sociologia economica all’Università di Firenze, contiene gli esiti di una ricerca condotta nell’ambito dei Prin (Programmi di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale). Dallo stesso titolo del libro si intuisce l’interessante percorso proposto al lettore, analizzando gli andamenti delle 18 economie più avanzate del Vecchio Continente, oltre il Canada e gli Stati Uniti d’America, attraverso un’analisi diacronica di 30 anni, che spazia dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso al 2016.
I contributi sono ordinati in tre parti. Si inizia con l’illustrazione di un primo approccio al tema della crescita e della disuguaglianza delle democrazie avanzate, a cui fanno seguito diversi saggi su temi specifici che caratterizzano lo sviluppo socioeconomico dei Paesi analizzati. La seconda parte offre un approfondimento storico comparatistico degli aspetti già illustrati nella prima. La terza parte, infine, contiene una lettura, in chiave sociopolitica, dei modelli di capitalismo, attraverso una disamina degli assetti istituzionali e delle politiche adottate nei Paesi inclusi nel perimetro dell’indagine.
Non potendo, per ragioni di spazio, offrire un’analisi dettagliata di ciascuno dei 14 contributi presentati, ci limiteremo a fare alcune considerazioni d’insieme. La ricerca nasce dalla constatazione che nei Paesi più sviluppati, dopo gli anni Settanta del secolo scorso, al crescere della globalizzazione non ha corrisposto una crescita di tipo inclusivo, ma si è avuta un’accentuazione delle disuguaglianze pregresse. Fatta questa premessa, risulta condivisibile l’individuazione dei quattro principali modelli di sviluppo capitalistico nei 18 Paesi considerati: il capitalismo a crescita non inclusiva; quello a crescita inclusiva, con le due varianti di una crescita inclusiva egualitaria e di una dualistica; e il capitalismo a bassa crescita non inclusiva.
Ciascuno di questi modelli descritti nel contributo iniziale del volume viene analizzato dettagliatamente in quelli successivi, toccando gli aspetti della struttura produttiva, dell’occupazione, della governance delle imprese, delle relazioni industriali, delle politiche del lavoro, dei modelli di welfare adottati, delle politiche per l’istruzione e per l’innovazione, nonché gli assetti istituzionali complessivi e le caratteristiche peculiari dei governi e dei partiti in essi presenti.
Ecco perché l’approfondimento storico-comparatistico della seconda parte del volume su ciascuno di questi profili e l’arricchimento con le ulteriori riflessioni legate all’incrocio con gli aspetti sociopolitici contenuti nella terza parte del volume offrono al lettore una quantità di considerazioni decisamente utili a orientarsi nella geoeconomia e nella geopolitica del mondo contemporaneo.
In riferimento, poi, agli effetti devastanti della pandemia da Covid-19, si esaminano i Piani nazionali di ripresa e resilienza dei singoli Paesi dell’Unione Europea, che, se opportunamente orientati e coordinati, si possono rivelare una formidabile occasione non soltanto di rilancio economico, ma anche e soprattutto di minore divaricazione delle disuguaglianze finora riscontrate.
La prospettiva di una «Casa Europa» che possa proporsi a modello di un capitalismo caratterizzato da minori divergenze nei tassi di crescita, minori disuguaglianze tra le diverse classi sociali all’interno di ciascuno degli Stati membri dell’Ue e da un maggior grado di inclusione, nell’ottica di una società aperta e accogliente, è da considerarsi, dunque, come uno dei logici sbocchi del percorso intellettuale delineato dal volume. E questa sarebbe anche la migliore risposta concreta, in positivo, da parte degli Stati dell’Ue, all’interrogativo contenuto nel sottotitolo del libro.
Capitalismi e democrazie. Si possono conciliare crescita e uguaglianza?
a cura di CARLO TRIGILIA
Bologna, il Mulino, 2020, 568, € 38,00.