La collana Kanonika del Pontificio Istituto Orientale si è arricchita di questa elegante edizione in quattro tomi, curata da Gianandrea Di Donna, presbitero della diocesi di Padova e docente di liturgia in varie istituzioni.
I Penitenziali sono opuscoli ad uso dei confessori, provenienti originariamente dall’Irlanda, e diffusi sul continente grazie all’opera dei monaci. Essi attestano un sistema penitenziale basato su una precisa fissazione del modo e del tempo che erano dati al penitente per essere riammesso alla comunione. Di qui il nome di «penitenza tariffata», in quanto i Penitenziali riportano per ogni peccato le corrispondenti tariffe in giorni, mesi e anni di penitenza. Questa pratica finì per soppiantare la «penitenza canonica» del tempo patristico (I-V secolo), consentita una sola volta nell’arco della vita post-battesimale, e difficilmente applicabile – a causa dell’eccessivo rigore – alle mutate condizioni sociali.
Pur senza essere esaustivo, il numero dei Penitenziali è tuttavia impressionante: 38 Penitenziali latini (su 69), 2 Penitenziali greci (su 12) e 1 Penitenziale slavo, peraltro il più rappresentativo. L’A. precisa di aver scelto di analizzare solo i Penitenziali più autorevoli tra quanti appartengono alla cosiddetta «epoca d’oro» (V-XII secolo). Molti di questi Penitenziali erano già stati pubblicati, perlopiù separatamente, ma mancava uno studio che li raccogliesse e soprattutto ne elaborasse i contenuti. Il pregio dell’opera, ora a disposizione degli studiosi, è dunque quello di offrire uno studio comparativo delle varie tradizioni liturgico-canoniche della penitenza tariffata. L’ispirazione viene da quel metodo di analisi noto come «liturgia comparata», inaugurato da Anton Baumstark, e portato avanti da numerosi studiosi, tra cui Miguel Arranz, esimio docente dell’Istituto Orientale, al quale l’A. ha voluto dedicare la sua opera.
Il lavoro precipuo di Di Donna è consistito nell’elaborazione di ben sette Indices comparativi (in latino). Figura in apertura l’Index structuralis, con le informazioni necessarie per l’identificazione dei singoli Penitenziali (II/1, pp. 91-110). Segue l’elaborazione maggiore, cioè l’Index peccatorum, che riporta l’elenco dettagliato dei peccati con le relative penitenze (II/1, pp. 111-975). Vi è poi l’Index disciplinaris, che passa in rassegna tutte le norme di disciplina ecclesiastica che non hanno un diretto rapporto con il peccato (II/2, pp. 979-1232). Seguono, a loro volta, l’Index Scripturarum (II/2, pp. 1233-1250), l’Index Apostolorum (II/2, pp. 1251-1256), l’Index Conciliorum (II/2, pp. 1257-1278) e infine l’Index Sanctorum Patrum (II/2, pp. 1279-1292). In quest’ultimo si può notare la significativa menzione di un Padre greco quale san Basilio, celebre per i suoi canoni che sono alla base della canonistica bizantina (pp. 1280 s).
La ratio legendi dell’intera opera è contenuta nel primo volume che, dopo aver prospettato la storia evolutiva della penitenza tariffata, spiega le varie scelte che l’A. ha dovuto affrontare: la scelta metodologica della liturgia comparata; la scelta cronologica, che privilegia l’«epoca d’oro»; la scelta quantitativa, che considera 41 testi; e, infine, la scelta linguistica del latino, richiesta ai fini della comparazione.
Ponendomi nei panni dei fruitori di questa imponente opera, direi che forse sarebbe stato utile poter disporre, su un cartoncino mobile, di un conspectus siglorum, per evitare che ci si perda nella foresta delle abbreviazioni.
Da questo strumento di comparazione, che l’A. ha voluto il più «neutro» possibile, i cultori delle discipline teologiche (liturgisti, dogmatici, patrologi, moralisti, canonisti e storici) sapranno trarre un sicuro giovamento per adeguare sempre meglio alle esigenze della pastorale odierna il sacramento del perdono misericordioso di Dio.
Canones Pœnitentiales
a cura di GIANANDREA DI DONNA
Roma, Orientalia Christiana – Valore Italiano, 4 tomi,
2017, 2208, € 290,00.