Il solco che separa le posizioni delle gerarchie ecclesiastiche sul tema migranti da quelle del governo Meloni lo traccia nettamente, seppure con toni diplomatici, il segretario di Stato vaticano Parolin. Con due dichiarazioni inequivocabili. La prima: «Non giudico le disposizioni, non tocca a me. Certo, è stato messo in rilievo come le politiche molte volte sono di contenimento e di restringimento, di ripulsa». Bisognerebbe passare «a una politica più aperta, di accoglienza, che poi dovrebbe trovare anche manifestazioni concrete nei vari atti legislativi». E vale pure per l’Unione europea: «Anche l’orientamento del patto della Ue è sempre frenare, e mai ricevere». Seconda stoccata: «Non lo so e non l’ho sentito, non posso né confermare né smentire» che papa Francesco andrà a Cutro, ma «è possibile che intenda andare». […]

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