C’è qualcosa di difficilmente identificabile in Jorge Mario Bergoglio e che lo porta naturalmente a svolgere nella Chiesa e nel mondo di oggi un ruolo simile a quello del medico chiamato a salvarci da una malattia a noi sconosciuta ma a lui ben nota, un virus che si va diffondendo a una velocità impressionante e che apparentemente solo lui ci sta aiutando ad arginare. […]

La sua storia personale, la sua formazione umana, lo pongono al centro del nostro tempo, delle sue emergenze, delle sue paure. […] Questo lo ha fatto capire a mio avviso  in modo insuperabile e commovente nel discorso che rivolse ai gesuiti della Civiltà Cattolica in occasione della pubblicazione del loro quaderno numero 4000. In quel discorso Papa Francesco disse che occorrono tre “i”: inquietudine, incompletezza di pensiero e immaginazione. Difficile raccomandare agli altri ciò che non ci riguarda: dunque il Papa è inquieto, sa incompleto il suo pensiero, avverte l’esigenza di immaginare. Questa lezione può aiutare tutti. 

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