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Recuperato e tradotto per la prima volta in italiano un testo scritto nel 1987 dell’allora p. Bergoglio: una guida al discernimento in tempi di desolazione, come quelli legati allo scandalo degli abusi.
«Riconosco, e voglio che lo trasmettiate fedelmente, che sono incorso in gravi errori di valutazione e percezione della situazione, in particolare per mancanza di informazioni veritiere ed equilibrate. Fin da ora chiedo scusa a tutti quelli che ho offeso». Questo è uno dei passaggi-chiave della «Lettera ai vescovi del Cile» di papa Francesco, a seguito del «report» consegnato da mons. Charles J. Scicluna l’8 aprile 2018.
Per comprendere meglio lo spirito di questa frase e di questo documento molto importante del pontificato, La Civiltà Cattolica – nel quaderno 4029, uscito sabato 5 maggio – propone per la prima volta in italiano un testo introvabile di p. Jorge Mario Bergoglio firmato nel giorno di Natale del 1987. In esso si delinea quella che l’attuale pontefice ha definito una doctrina sobre la tribulación. Un testo di poco più di 2.000 parole – metà delle quali in nota a pié di pagina – al quale il Pontefice non ha mancato in questi anni di far riferimento. Di recente ne ha parlato ai sacerdoti e ai consacrati a Santiago del Cile, il 16 gennaio 2018 e poi nell’incontro privato con i gesuiti del Perù, a suo tempo pubblicato da La Civiltà Cattolica.
Il testo – molto denso – è introdotto dal nostro direttore, p. Antonio Spadaro, che ne spiega l’origine e il contesto. La rivista pubblica inoltre una riflessione di p. Diego Fares che ne approfondisce il significato.
Come affrontare tempi di desolazione, di turbamento e di polemiche? In tali momenti – scriveva p. Bergoglio nel testo che presentiamo –, quando si solleva un polverone di tribolazioni e dubbi, non è facile trovare la via da seguire. Emergono varie tentazioni: perdersi in discussioni, non dare la debita importanza alle questioni, rimuginare la desolazione, fare la vittima, cercare una facile via d’uscita. In questi casi, invece, senza accusare gli altri, bisogna chiedere «vergogna e confusione» per i propri peccati ed errori. È così che, secondo Bergoglio, «ci si pone nella migliore disposizione per fare discernimento».
La «Lettera ai vescovi del Cile» si deve leggere in una prospettiva di seria conversione pastorale, fondata su questa «dottrina della tribolazione».