Fiumi di inchiostro sono stati versati alcuni mesi fa per commentare la pubblicazione di un volume di critica letteraria dal titolo New Italian Epic. I suoi quattro autori costituiscono il collettivo Wu Ming, che in cinese significa «Senza Nome». Nelle sue pagine la dimensione «epica» della letteratura viene fortemente evocata nella prospettiva di una disfatta cosmica, di una catastrofe annunciata, e le conclusioni vanno nella direzione della demitizzazione e dell’antiumanesimo. L’articolo discute criticamente la tesi centrale di Wu Ming, sostenendo che l’escatologia cristiana pone una «sfida» aperta — nel senso di un contributo dialettico — alla capacità narrativa dell’uomo: la sfida dell’epica, appunto.
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VERSO UNA «NUOVA EPICA»? Riflessioni critiche sulle posizioni di «Wu Ming»
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