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ABSTRACT – Incontrando i gesuiti nei suoi recenti viaggi apostolici, papa Francesco si è riferito a san Pedro Claver in una maniera che ispira una rilettura della vita del santo. In particolare, l’espressione usata dal Papa in Colombia è stata «carisma». Ma non ha parlato del carisma di Claver, piuttosto ha presentato come un carisma la sua stessa persona: Claver si è fatto «schiavo degli schiavi», diventando un vero «paraclito» – consolatore, avvocato, intercessore – per loro. Così, con un vero e proprio battesimo esistenziale, con la sua stessa vita, egli ha denunciato profeticamente la cecità sociale di un’epoca che ha introdotto la schiavitù dei neri.
«Questo m’impressiona: in fondo era un ragazzino esile, un giovane gesuita in formazione, che però parlava tanto con il vecchio portinaio. E il vecchio alimentava le sue aspirazioni», ha spiegato il Pontefice.
Nella relazione tra il giovane san Pedro Claver e l’anziano sant’Alfonso Rodríguez il Papa ha ravvisato un’icona significativa di quel ponte tra «i vecchi che sognano e i giovani che profetizzano», che è lo strumento per superare la frattura che c’è nella trasmissione generazionale della fede cristiana nel popolo cattolico.
Di Pedro Claver papa Francesco ha messo in risalto quello che ha chiamato il suo «genio evangelico»: «[Claver] non possedeva titoli accademici rinomati […] ma ebbe il “genio” di vivere pienamente il Vangelo, di incontrarsi con quelli che altri consideravano solo uno scarto». Lo Spirito arricchisce il «genio evangelico» di una fecondità speciale, quando è privo di altre capacità o genialità umane. Infine il Papa ha fatto notare come Claver lavorasse in gruppo e facendo gruppo, in particolare con coloro che facevano da interpreti.
La sua testimonianza personale è stata il suggello del suo carisma. Non soltanto Claver ha accudita o curato la vulnerabilità in altri, ma l’ha vissuta in se stesso, lui che passò gli ultimi anni della sua vita in uno «spaventoso stato di abbandono», come ha sottolineato il Papa, e fu schiavo dello schiavo che avrebbe dovuto aver cura di lui e che invece lo trascurava e lo maltrattava.
«Dio ci ha parlato attraverso quest’uomo», ha detto papa Francesco. Come la sua epoca «non vedeva» gli schiavi, perché aveva accettato ideologicamente la schiavitù, così anche la nostra epoca non vede molte persone vulnerabili, perché ha fatto proprie alcune «idee» astratte, che non consentono di vedere le persone concrete. E il Papa ci insegna che nei sogni delle persone vulnerabili – gli anziani – possiamo trovare la chiave per capire quello che dobbiamo fare, e ricevere la forza per attuarlo. E che è anche nella nostra vulnerabilità che Dio si basa per creare un ponte tra lui e la nostra storia.
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A NEW READING OF SAN PEDRO CLAVER’S LIFE. «Old people who dream and young people who prophesy»
Meeting Jesuits on his recent apostolic journey, Pope Francis referred to St. Pedro Claver in a way that inspires a rereading of the saint’s life. The expression used by the Pope was «charisma»; but he did not speak about Claver’s charisma: rather he presented him in person as a charisma. In the relationship between the young saint Pedro Claver and elder Saint Alphonsus Rodríguez, the Pope has recognized a significant icon of that bridge between «the old ones who dream and the young who prophesy», which is the tool to overcome the fracture which exists in the generational transmission of the Christian faith between Catholic people.