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ABSTRACT – A partire dalla «politica della porta aperta» del 1979, la Cina ha adottato alcuni modelli di sviluppo economico e politico di tipo occidentale, pur con caratteristiche cinesi. Da allora anche le Organizzazioni non governative (Ong) sono rapidamente cresciute. Esse non hanno una storia molto lunga, se confrontata con quella delle loro omologhe in altri Paesi asiatici. Inoltre, in Cina non esiste una chiara definizione delle Ong, e ci si riferisce a esse in più modi: come «organizzazioni sociali», «organizzazioni non profit.
Tuttavia esse possono oggi offrire servizi sociali, sanitari ed educativi che il governo non riesce più a gestire in autonomia, soprattutto nelle zone periferiche del Paese. Per questo il governo cinese – sebbene non conceda completa autonomia né particolari privilegi alle Ong, che controlla regolarmente e da vicino – punta a realizzare un sistema al quale esse possano partecipare. Anche in questa prospettiva, il 1° gennaio 2017 è entrata in vigore la «Legge sulla gestione delle Ong di origine straniera nella Cina continentale», già approvata il 28 aprile 2016. Il provvedimento consente al governo di supervisionare in modo più diretto le organizzazioni straniere che svolgono un’attività in Cina. Pertanto, le Ong straniere che intendono operare nel territorio cinese ora devono registrarsi presso le autorità di Pubblica Sicurezza, osservare le restrizioni previste per le nuove attività e il finanziamento e produrre una documentazione obbligatoria.
In ogni caso, dopo la totale messa al bando avvenuta tra il 1949 e il 1979, e sebbene non svolgano un «lavoro religioso», anche le Ong religiose sono state incoraggiate a rispondere ai bisogni sociali del Paese. Già dalla fine degli anni Ottanta alcune di esse si sono alacremente impegnate nel campo dell’istruzione, nei servizi sociali e in altri tipi
di attività analoghe. Poiché la Cina cerca di costruire una società socialista armoniosa e di promuovere il benessere sociale nel mondo contemporaneo, le Ong religiose possono avere un proprio ruolo importante in tale progetto. Interessante conoscere ed esaminare due esperienze in particolare: quella della fondazione protestante Amity e quella della fondazione cattolica Jinde Charities.
Sebbene debbano affrontare sfide più impegnative rispetto a quelle delle Ong ordinarie, attraverso l’offerta di servizi sociali le Ong religiose possono condividere valori positivi con la società cinese nel suo insieme. Davvero si può essere ottimisti sul fatto che esse continueranno a operare nel futuro in Cina e che la società cinese le guarderà con occhio sempre più positivo.
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DEVELOPMENT AND CONTRIBUTION OF RELIGIOUS NGOs IN CHINA
Starting with the «open door policy» in 1979, Non-Governmental Organizations (NGOs) grew rapidly in China. In fact, they could offer social, health and educational services which the government could no longer manage independently, especially in the outlying areas of the Country. Thus, after the total ban which took place between 1949 and 1979, although they did not carry out «religious work», through the provision of these social services even religious NGOs could share positive values with the Chinese society as a whole.