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ABSTRACT – Si sta chiudendo il sipario sulla XVII Legislatura, mentre il sistema politico fatica a trovare un equilibrio tra due fondamentali princìpi democratici: quello della rappresentanza e quello della partecipazione. Ne sono la prova i quattro sistemi elettorali approvati dal Parlamento negli ultimi 24 anni. È difficile distinguere se la lunga turbolenza che si è generata sia la causa o la conseguenza di tale instabilità. Da tempo i partiti hanno abdicato sia alla formazione sia alla selezione dei loro rappresentanti e si sono trasformati in comitati elettorali per gestire le elezioni. In questo scenario, la nuova legge elettorale rappresenta una nuova regola del gioco ed è il frutto di una precisa scelta politica: sostituire il sistema maggioritario e introdurre (di nuovo) il sistema proporzionale, con un sistema misto proporzionale e maggioritario. L’accordo raggiunto tra Pd, Forza Italia e Lega obbliga il Paese a un «ritorno al passato», preferendo la rappresentanza alla governabilità.
D’altra parte la nuova legge ha almeno due meriti: quello di aver risposto ai moniti del Presidente della Repubblica, che più volte ha chiesto di armonizzare le leggi elettorali di Camera e Senato; e quello di permettere all’elettore di scegliere i parlamentari attraverso collegi uninominali e liste corte.
Tuttavia ci chiediamo se questa legge risponda ad alcuni criteri di fondo su cui si dovrebbe basare una buona legge elettorale: assicurare la governabilità; garantire la democrazia dell’alternanza; ridurre la frammentazione del sistema partitico; rispettare le minoranze politiche; permettere all’elettore la scelta del candidato; consentire ai partiti di dare voce a esponenti della società civile; favorire la nascita della stessa maggioranza sia alla Camera sia al Senato. Dei criteri elencati, la nuova legge risponde positivamente solo all’ultimo punto.
I politologi sono divisi sulle conseguenze politiche che la legge elettorale determinerà. Le regole del gioco, però, non determinano mai il risultato della partita. La sfida elettorale, i cui esiti rimangono preoccupanti e incerti, opporrà non forze di destra e sinistra, ma quelle europeiste e sovraniste.
La legge è «il canto del cigno» di un sistema politico al tramonto, che sta cercando nuove vie per riformarsi. Al modo di un enzima, accelererà i processi di scomposizione politica già in corso.
Due scelte appaiono fondamentali. Con una classe politica debole sono sempre più urgenti riforme costituzionali solide. Inoltre, difesa e sicurezza, crescita e occupazione hanno bisogno di più sovranità europea e di meno sovranità nazionale. È questo l’unico orizzonte possibile.
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POLITICAL NOTE ON ELECTORAL LAW
The new electoral law in Italy introduces a mixed proportional and majority system. The agreement reached between PD, Forza Italia and the Lega obliges Italy to «return to the past», preferring representation to governability. The electoral challenge, whose results remain worrisome and uncertain, will oppose not the right and the left, but the pro-European and sovereign forces. With a weak political class, solid constitutional reforms are increasingly urgent. Defence and security, growth and employment all need more European sovereignty and less national sovereignty. This is the only possible horizon