
Per i 100 anni dalla prima edizione del suo Ulisse (2 febbraio 1922 - 2 febbraio 2022) e i 140 anni dalla nascita, abbiamo pubblicato integralmente anche sul nostro sito questo ritratto di James Joyce, scritto per noi nel 2004 da Bruce Bradley S.I.
Il 1904 fu un anno chiave nella vita dello scrittore irlandese James Joyce, considerato generalmente una delle più grandi figure della letteratura del XX secolo. Il 16 giugno 1904, all’età di 22 anni, egli ebbe il suo primo appuntamento a Dublino con una cameriera dell’albergo Galway, di nome Nora Barnacle, di due anni più giovane di lui, che aveva incontrato per caso alcuni giorni prima. Si innamorarono subito e, meno di quattro mesi più tardi, fuggirono sul continente. Anche se arrivarono al matrimonio civile soltanto molti anni più tardi, rimasero insieme fino alla morte di Joyce, nel 1941.
Quando scrisse il suo romanzo più famoso, Ulisse, egli fissò l’intera azione di questo capolavoro innovativo in quella data speciale, come tributo a Nora. Quest’anno ricorre il centenario di quello che fu quasi subito chiamato «il giorno di Bloom», da Leopold Bloom, la figura centrale del libro. Si sono svolte celebrazioni speciali, di tipo popolare e accademico, per rimarcare l’evento, non solo nella stessa Dublino, dove si è tenuto un simposio internazionale, ma in tutto il mondo. Notevole, fra i festeggiamenti, è stata la mostra International Joyce, organizzata dal Ministero irlandese degli Affari Esteri e presentata anche in città tanto lontane tra loro come Boston e Pechino.
La giovinezza
La comparsa di un saggio sulla sua vita e il suo lavoro in un periodico dei gesuiti pubblicato a Roma non è un fatto privo di ironia storica, in virtù della distanza che Joyce scelse di porre tra sé, da una parte, e l’Irlanda, la Chiesa cattolica romana e i gesuiti, suoi educatori dall’età di sei anni fino ai venti, dall’altra. Ma parte del paradosso di James Joyce è che, anche se lasciò Dublino per un esilio permanente nell’anno del suo incontro fatidico con Nora e vi ritornò successivamente soltanto per tre brevi visite, l’ultima delle quali nel 1912, il suo lavoro letterario è quasi esclusivamente concentrato sulla sua città natale. Dublino fornisce non solo l’ambientazione concreta ma anche i personaggi e l’atmosfera di tutti i suoi libri. E in quanto al suo cattolicesimo, è in qualche modo vero, per lui, come per la sua controparte narrativa Stephen Dedalus, che la sua mente
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