Il 28 luglio scorso la rockstar Bertrand Cantat ha picchiato selvaggiamente la sua convivente, l’attrice Marie Trintignant, che è morta cinque giorni dopo. Tra le numerose reazioni a questo fatto di cronaca è apparsa sul supplemento musicale de la Repubblica una lettera aperta, a firma di Andrea Satta, emblematica di un modo fatalista e vittimista di intendere la vita umana e il suo destino. La Nota commenta questa lettera, concludendo che soltanto all’interno di uno spazio di libertà autentica può maturare il desiderio di una vita creativa e responsabile.
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SOLO UNA «MISCELA DI ACQUA E CARBONIO»? In margine a una «lettera aperta» sull’omicidio Trintignant
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