L’uscita simultanea sugli schermi italiani di due film — Non bussare alla mia porta e Niente da nascondere — realizzati negli Stati Uniti e in Francia da registi germanofoni (il tedesco Wim Wenders e l’austriaco Michael Haneke), legati da sottili affinità tecniche e tematiche, fornisce lo spunto a una riflessione sulle capacità che il cinema ha di rivolgersi alla coscienza dell’uomo servendosi dei mezzi specifici del suo linguaggio. L’uscita simultanea sugli schermi italiani di due film — Non bussare alla mia porta e Niente da nascondere — realizzati negli Stati Uniti e in Francia da registi germanofoni (il tedesco Wim Wenders e l’austriaco Michael Haneke), legati da sottili affinità tecniche e tematiche, fornisce lo spunto a una riflessione sulle capacità che il cinema ha di rivolgersi alla coscienza dell’uomo servendosi dei mezzi specifici del suo linguaggio.
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