Avventurarsi nel pensiero di M. de Certeau (1926-86) è un’esperienza difficile a motivo della complessità e della ricchezza della sua scrittura. L’articolo esamina soprattutto il modo nel quale egli affrontò la mistica ignaziana, percorrendo tre filoni principali: un’«arte di leggere», un’«arte di dire» e un’«arte di vivere». Nel primo filone de Certeau insiste nel ricordare che «fare storia» è lavorare su un testo e «leggerlo» con l’aiuto di diverse discipline. Nel secondo filone, nel quale si tratta di «dire il cristianesimo in una società non religiosa», riflette sul rapporto tra storia e teologia. Nell’ultimo filone si mette alla ricerca di una nuova «arte di vivere». Bisogna allora andare dove egli vuole condurci. L’Autore insegna Storia del cristianesimo nell’Istituto di Teologia dei gesuiti a Parigi.
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MICHEL DE CERTEAU E LE SCIENZE DELL’«ALTRO»
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