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I nuovi flussi di profughi e migranti, soprattutto dal Medio Oriente e dall’Africa subsahariana, hanno messo in crisi i già sperimentati — non senza contraddizioni e fragilità — modelli di integrazione adottati da anni in Paesi come la Francia, l’Inghilterra e la Germania, e rispondenti alle loro differenti tradizioni culturali e giuridico-istituzionali.
Si tratta fondamentalmente di due modelli: quello «assimilazionista» e quello «multiculturalista». Quest’ultimo può essere sia inclusivo sia esclusivo. In Italia, dove il fenomeno dell’immigrazione è piuttosto recente, finora è stato adottato un modello di integrazione ibrido. La via da seguire potrebbe essere quella di un modello interculturale fondato sull’incontro tra la nostra cultura e quella dei nuovi arrivati.