MUSICA
a cura DI G. ZONTA
Cristian Carrara, LIBER MUNDI, ARTS MUSIC, 2012.
Cristian Carrara, giovane compositore friulano, ha pubblicato il cd intitolato Liber Mundi, eseguito dall’orchestra Filarmonica Arturo Toscanini, diretta da Matthieu Mantanus, con la partecipazione del soprano Angela Nisi e del violinista Francesco d’Orazio.
La foto di copertina dell’album raffigura in primo piano una pietra di colore chiaro adagiata su un tappeto di foglie autunnali. Su di essa sono scritte le lettere Alfa e Omega, e vi è disegnata la figura stilizzata di un pesce, immagine di Cristo. In secondo piano, sfumata, una parte della tavola armonica del violino, con un fascio di luce che ne illumina il bordo. La fotografia contiene già gli elementi della scrittura musicale di Cristian Carrara, che riprende il tema dell’origine, e del dialogo con Dio, non quello delle sfere celesti, bensì incarnato nella persona di Cristo, aperto all’ascolto e alla vita.
Il brano introduttivo è intitolato Mater: il bordone di violoncelli riprende i ritmi di un battito del cuore, possiamo intuire quello di Maria, regolare, dolce, delicato, che rievoca attese e speranze. Successivamente l’accompagnamento orchestrale incede, si fa strada, con tinte più drammatiche, tra i sentimenti della Madre, o di tutte le madri, ne tratteggia i confini, dipingendo l’accoglienza di un destino intuìto, nel riserbo del proprio cuore.
Interessante da un punto di vista compositivo e simbolico è Face to face, in cui Carrara si richiama al passo di san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi (13,12): «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia». È una partitura che comincia sottovoce, tenendo le distanze, sia nella dinamica (piano), nella scelta dei timbri (molto delicati e scuri), sia nel dispiegarsi delle frasi, brevi e prive di una «forma» propria e di una direzione chiara. Nel loro dispiegarsi diventano preludi a momenti più ariosi e di ampio respiro, tra l’ostinato degli archi, e la voce del violino che sembra prendere le distanze; in realtà è soltanto un volare più in alto, avendo un punto di vista più ampio, forse la profondità dello sguardo di Dio.
Le lunghe note iniziali assumono coerenza e chiarezza nel tempo, in un susseguirsi di passaggi drammatici e momenti più romantici, proprio come nelle relazioni intense e vere. Nel brano viene espresso il desiderio di arrivare a quel «faccia a faccia» paolino, che tuttavia sembra rimanere aperto: due infatti sono con le chiusure (la prima rimane irrisolta), mentre all’ultimo accordo, grave e maestoso, sembra essere affidata l’ultima parola in un’aura di profondità e mistero.
In Liber Mundi sonorità costruite da arpeggi e note lunghe creano un tappeto in cui si interseca la voce cristallina del soprano Angela Nisi, che viene ripresa dal solo violino: è un duetto in cui nessuno prevale, è un dialogo costante, una relazione armoniosa, che si avvicina e si allontana nel tempo. Le linee del clarino e del flauto traverso, insieme alle sottolineature delle percussioni, ricreano sempre nuovi luoghi di dialogo, mentre cambi repentini di ritmo, grappoli di note e improvvise accelerazioni instaurano una conversazione che cerca di dispiegare il flusso del tempo, delle cose, della vita. Una pausa, ormai al termine del brano, e il ritmo lento e sereno, quasi una ninna nanna, segna la fine del dialogo, ma con un senso di compostezza, di ordine, di chiarezza, che è il frutto del dialogo intrapreso.
East West Romance riprende sonorità tipiche del compositore Ennio Morricone, il cui omaggio è implicito anche nel titolo della composizione. Il tema crea atmosfere sognanti, dai grandi orizzonti, mentre l’intervento dell’orchestra, con l’uso di timpani, fiati e archi, sottolinea la direzione della musica, ne porta in avanti il discorso, lo rilancia a nuove suggestioni. La partitura è un costante gioco di rimandi tra parti orchestrali e solistiche, tra momenti di profonda intimità e di ampio respiro, tra «piani» e momenti «in crescendo», che rendono il brano ricco di sollecitazioni e di movimento; una voce vibrata e acuta di violino e un sottofondo orchestrale, mesto e rispettoso, si accompagnano per terminare la composizione.
Dall’ascolto del cd possiamo notare come lo stile di Cristian Carrara presenti una scrittura scarna, essenziale, che predilige sonorità che accennano, ma non definiscono, che aprono a suggestioni, a personali riflessioni, lasciando ampi spazi di interpretazione e di dialogo.
Possiamo dire che Liber mundi apre a colloqui musicali, in una ricerca di spazi di relazione tra l’umano e il divino. L’orchestrazione, ben diretta da M. Mantanus, di ampio respiro e mai invadente, conduce le linee guida di un discorso in cui si possono incontrare le voci di un violino, suonato con profonda partecipazione da F. d’Orazio, o la voce di A. Nisi.