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Per meglio comprendere il perché dell’Eucaristia, la sua finalità e suoi destinatari, è indispensabile rivolgersi a quelle preghiere con le quali la Chiesa fa l’Eucaristia, con un’attenzione privilegiata alle ricche e variegate tradizioni orientali. Dall’interazione dinamica tra l’epiclesi sui comunicanti e il racconto istituzionale emerge inconfondibile la dimensione terapeutica dell’Eucaristia, espressa principalmente da una elevata frequenza dell’espressione «per la remissione dei peccati». In tal modo si riscopre il pensiero dei Padri e dei teologi orientali, che presentavano l’Eucaristia come «medicina» (Ambrogio) e come «farmaco della mia debolezza» (Cabàsilas). Se è vero che le «cose sante», cioè l’Eucaristia, sono «fatte per i santi», cioè per quanti si preoccupano di esaminare se stessi, è altrettanto vero che esse sono «fatte per farci diventare santi», cioè per trasformarci nel «corpo ecclesiale» ai ritmi delle nostre Comunioni al «corpo sacramentale».