Internet fa sì che le persone siano sempre più connesse tra loro: non solo per le normali relazioni, ma anche per la condivisione delle idee e del pensiero. In altri termini, si va costituendo, insieme con un sistema tecnologico per comunicare e pensare, una sorta di «intelligenza collettiva» distribuita ovunque e in continuo accrescimento grazie al contributo delle persone connesse. Ma è possibile pensare un’intelligenza comune tra gli uomini? La soluzione adottata dal pensatore francese Pierre Lévy prevede l’adozione dello schema dei pensatori neoplatonici islamici dell’XI secolo, del quale però capovolge la natura teologica per farla diventare sociologica. La vera sfida è quella di pensare un’intelligenza comune senza che assuma i tratti di un’utopia collettivistica e spersonalizzante. La Chiesa stessa riconosce di avere un ruolo di responsabilità nella formazione di una cultura umana collettiva.
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LE SFIDE DELL’«INTELLIGENZA COLLETTIVA»
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