Nell’Emirato del Kuwait, lo scorso 2 febbraio, si sono tenute le elezioni parlamentari, le quarte dal 2006, anticipate di un anno. L’Assemblea nazionale kuwaitiana è uno dei pochi organi eletti nel Golfo capaci di sfidare le politiche della casa reale e di presentare mozioni di sfiducia contro ministri e funzionari pubblici. La «primavera araba» ha avuto effetti marginali — forse evolutivi — sul Kuwait. Ma un leggero contagio c’è stato. Gli islamisti hanno più voce in Parlamento, e nessuna donna ha più un seggio da deputato o un incarico ministeriale. La Costituzione del Kuwait però tutela la libertà religiosa. Sempre di più il Paese è esposto ai rischi di un conflitto internazionale contro l’Iran.
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LA PRIMAVERA «LEGGERA» DEL KUWAIT
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