Colpita da un ictus, che le ha paralizzato una gamba e bloccato un braccio, Gina Lagorio ne ha trascritto le conseguenze in un libro — Càpita — consegnato all’editore poche settimane prima di morire. Un libro, il suo, che mette a nudo il calvario del corpo e dell’anima, in pagine asciutte, intense, ricche di risonanze, di interrogativi e di analisi del profondo. Càpita si legge con commozione per il lento e penoso tramonto di una donna ricca di fascino, d’intelligenza, di umanità, e con ammirazione per il coraggio di descriversi.
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L’ADDIO DI GINA LAGORIO
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