Dopo vari tentativi non riusciti nel passato, è stata approvata dal Parlamento la riforma generale della scuola italiana. I suoi punti più qualificanti sono: il riordino dei cicli scolastici; la riorganizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione, con la creazione di 18 Uffici scolastici regionali, che prendono il posto dei Provveditorati agli studi; l’autonomia scolastica, che dà ai singoli istituti ampie facoltà di organizzarsi in maniera autonoma; la parità scolastica, in forza della quale fanno parte del sistema scolastico italiano anche le scuole non statali, ad alcune condizioni: l’obbligo per ogni istituto di avere un Piano di Offerta Formativa (POF); l’elevazione dell’obbligo scolastico a 15 anni e dell’obbligo formativo a 18 anni. I giudizi dati sulla riforma sono molto vari. Particolarmente criticato è l’accorpamento della scuola elementare e della scuola media. Si avanza poi qualche dubbio sulla sua fattibilità, nonché il timore di un certo scadimento culturale.
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LA RIFORMA DELLA SCUOLA ITALIANA
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