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La perdita d’identità del sindacato tocca la natura, la funzione e il ruolo della sua missione sociale. Ai sindacati confederali sono iscritti circa 12 milioni di lavoratori (5,7 milioni alla Cgil, 4,4 milioni alla Cisl e 2,2 milioni alla Uil), ma solo il 10% sono giovani.
Il Governo, dopo aver archiviato la concertazione sindacale e tagliato i fondi ai patronati, sta pensando di introdurre per legge un salario minimo legale che metterebbe a dura prova l’esistenza stessa del sindacato.
Le tensioni interne ai tre sindacati confederali — per l’opposizione della Cgil e della sua componente metalmeccanica, la Fiom — rimangono il principale ostacolo per definire una radicale riforma. Nei tempi supplementari che rimangono sono urgenti la digitalizzazione, ripensare il diritto di sciopero, la protezione dei nuovi lavoratori in proprio e il rilancio del ruolo sociale come fondamento della vita democratica.