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«Vedi? Il romanzo, la letteratura legge il cuore dell’uomo, aiuta ad accogliere il desiderio, lo splendore e la miseria. Non è teoria. Aiuta a predicare, a conoscere il cuore…»: così mi disse Francesco quando lo intervistai nel 2016, verso la fine del nostro incontro.
Oggi, a 10 anni dalla sua elezione al soglio pontificio (13 marzo 2013), vogliamo andare alla ricerca della formazione del suo pensiero e della sua attitudine pastorale proprio seguendo il filo delle sue letture. Sarà un modo per comprendere il pontificato di Jorge Mario Bergoglio da una prospettiva differente.
Papa Francesco è da sempre appassionato di letteratura. Romanzi e poesie lo hanno accompagnato nella sua formazione. In una intervista del 2009 disse che, sin da giovane, la letteratura me gustaba mucho. In realtà, i suoi ricordi di lettore risalgono all’infanzia, quando il padre leggeva libri a voce alta dopo cena. Non esisteva ancora la televisione.
In questo articolo vorrei ricostruire il percorso delle sue letture. E così anche i riferimenti letterari che sparge nei suoi testi e nelle sue interviste. Proverò a dare qualche indicazione per costruire una mappa, un percorso tra i testi che hanno plasmato il suo modo di pensare.
La creatività, l’immaginazione e il linguaggio
Bergoglio, da giovane gesuita, è stato impegnato nell’insegnamento della letteratura al Liceo del Colegio de la Inmaculada Concepción, un’antica scuola di gesuiti di Santa Fe. Lì ha maturato la convinzione che l’esperienza creativa fosse determinante. Aveva 28 anni e fece «una cosa un po’ rischiosa». Doveva fare in modo che i suoi alunni studiassero i classici della letteratura spagnola, ma ai ragazzi non piacevano.
Chiedevano, invece, di leggere autori come García Lorca. Allora Bergoglio decise che avrebbero studiato opere come El Cid a casa, e durante le lezioni lui avrebbe trattato gli autori che piacevano di più ai ragazzi.
Ma soprattutto cominciò anche a farli scrivere…