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«Arrivo a dire che se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità e se fosse effettivamente vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità»: così scriveva Fëdor Dostoevskij poco dopo essere stato scarcerato».
La Chiesa è ignorata, biasimata e respinta da molte persone che, salvo poche eccezioni, al tempo stesso considerano, stimano e ammirano il suo iniziatore. Fra costoro si annovera il basco Miguel de Unamuno, rettore dell’Università di Salamanca, il quale nell’opera El Cristo di Velázquez (1920) ha composto quello che secondo la critica letteraria è uno dei più grandi poemi religiosi della lingua castigliana.
Esso consta di 2.539 endecasillabi sciolti, suddivisi in quattro parti. Non adotta uno schema strofico unico, che imprigionerebbe l’attività poetico-pensante dell’autore, bensì una varietà che apre spazio alle sue riflessioni e ai suoi pensieri.
Costituisce un’ampia contemplazione incentrata sulla persona e sull’opera di Cristo, che trae spunto dal quadro Cristo crocifisso di Diego Velázquez, in cui la crocifissione è mostrata senza eccesso di sangue e di contorcimenti, ma come serena contemplazione della morte, che, per quanto possa essere dolorosa e cupa, non è la fine della vita.
Perciò il Crocifisso non viene ritratto come un sofferente martirizzato, ma piuttosto manifesta la calma di chi attende che si compia una promessa di risurrezione immortale.
In cerca di vita eterna
L’opera, pubblicata nel 1920, dopo sette anni di minuziosa elaborazione, esprime e compendia un processo esistenziale che si era avviato con la crisi del 1897, quando Unamuno aveva 33 anni.
La sete intellettuale lo aveva portato, nel corso degli studi universitari, a confrontarsi con pensatori europei del momento: positivisti, come Pierre-Joseph Proudhon e Charles Darwin, e idealisti, come Georg W. F. Hegel e il krausismo. Questo lo aveva indotto a respingere la religiosità piena di fervore giovanile, ma del tutto acritica, che gli era stata trasmessa dall’ambiente familiare…
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