
Il 20 aprile 2020, a 170 anni compiuti dalla sua fondazione, La Civiltà Cattolica ha realizzato un sogno coltivato da tempo, cioè quello di varare una propria edizione in cinese.
La Civiltà Cattolica in cinese si traduce Gōngjiào Wénmíng (公教文明). L’indirizzo web dell’edizione cinese è composto – secondo l’uso comune – dalle iniziali delle due parole, e cioè, nel nostro caso, www.gjwm.org. Sono attivi però anche gli indirizzi www.gongjiaowenming.org e cn.laciviltacattolica.org. Il sito è suddiviso in 4 sezioni: Notizie (新闻), Mondo (观世界), Riflessione cristiana (基督教文化研究) e Cultura (文化及评论). Collegato al sito è l’account WeChat della rivista, il cui codice identificativo è gjwm1850, che combina l’abbreviazione della testata e la data di fondazione della rivista. WeChat (in cinese Wēixìn, cioè «micromessaggi») è un servizio di comunicazione attraverso messaggi di testo e vocali per dispositivi mobili. Ha attualmente oltre un miliardo di utenti attivi mensili, ed è l’app di messaggistica più usata in Cina.
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Di recente la nostra rivista ha decisamente assunto una dimensione internazionale. Sappiamo che, per comprendere la realtà, occorre uno sguardo ampio e plurale, che non solo sappia vedere quel che accade nel mondo, ma che ascolti e accolga anche le voci che provengono dalle varie aree del globo. Da alcuni anni ormai gli scrittori della rivista – tutti gesuiti – provengono da differenti nazioni e continenti, fornendo contributi originali. La rivista ora esce in sei lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, coreano e cinese. Chiaramente questa dimensione plurilinguistica – una novità assoluta nella storia de La Civiltà Cattolica – non lascia immutata l’identità stessa della rivista, proprio perché, avendo lettori in altre lingue, le istanze di altri Paesi e culture entrano a far parte del cuore stesso della nostra pubblicazione come mai prima.
La scelta del cinese è pure il riconoscimento del ruolo che questa lingua svolge ai nostri giorni nel contesto globale. In particolare, l’edizione cinese – fornendo articoli di formazione e riflessione teologica, filosofica, morale, sociale, economica, artistica e letteraria – intende attuare con pazienza e rispetto il dialogo tra fede cristiana e cultura cinese.
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Il Segretario di Stato di Sua Santità, cardinale Pietro Parolin, in una lettera (che qui riproduciamo) al direttore, p. Antonio Spadaro S.I., ha lodato questa iniziativa, che intende «scrivere nuove pagine frutto dell’incontro amichevole con la ricca tradizione del popolo cinese». Essa corrisponde – ha scritto il Cardinale – alla «particolare vocazione» della rivista, che è
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